Batterista e frontman, Manu Delago è un artista che ha viaggiato il lungo e in largo per il mondo con i suo handpan, suonando anche con la London Symphony Orchestra e Bjork. Il suo nuovo album è una svolta dal punto di vista sonoro e l’artista ce ne parla in questa intervista.

Se dovessi riassumere la tua ultima produzione in tre parole quali sarebbero e perché?
Accogliente, acustico, sognante. A differenza dei miei ultimi album in studio, non ho usato alcun suono elettronico sopra questo album. Tutte le tracce sono registrate con strumenti acustici e il i temi dell’album sono la notte, il sonno, i sogni e un gufo.

Cosa cerchi in un live da spettatore? Cosa ti emoziona?
Mi piace essere sorpreso e voglio vedere e ascoltare cose e suoni mai provati prima. Adoro quando vedo artisti che hanno idee creative.

Quale strumento o suono rappresenta maggiormente la tua personalità?

Anche se mi associo spesso all’handpan e mi piace il suo sound versatile, la mia risposta a questa difficile domanda è ancora la batteria. I tamburi sono stati il ​​mio primo amore musicale e li amo ancora. Come batterista sei confinato sul fondo ma hai ancora un ruolo da protagonista, sei responsabile della dinamica e del tempo. Quindi suppongo che mi piaccia essere al comando anche se non sono troppo appassionato della posizione di frontman.

Disco o singolo, cosa ha più senso fare oggi?

A mio avviso, i singoli e gli album sono solo fenomeni temporanei. La musica esiste da centinaia di anni, ma nessuno parlava di singoli e album 100 anni fa. Penso che queste cose verranno dimenticate tra 100 anni. Per me si tratta più di idee e composizioni. Nel mio nuovo album ci sono tracce di 4 minuti e poi ce n’é un’altra che dura 21 minuti. Qualunque cosa funzioni meglio vale la pena di esser sviluppata.

Cosa conta di più tra suonare dal vivo o essere presenti con costanza sui social?

Per me suonare dal vivo è ancora il modo migliore di presentare la musica. Resta ancora il modo più diretto per far mettere la tua musica nelle orecchie del pubblico.

Il ricordo più bello che conservi legato alla musica?
Non riesco a pensare a un ricordo in particolare, ma a volte alcuni concerti si trasformano in qualcosa di veramente speciale, in quei momenti mi viene la pelle d’oca e so perché sono diventato un musicista.

Qual é la cosa peggiore che ti è capitata durante un live?
Molti molti anni fa mi sono esibito su un palco in cui il promotore aveva piazzato un bar dietro la band sul palco. Essendo il batterista mi sono ritrovato attaccato al bar e ho finito per suonare con alcune persone ubriache sulla schiena. Ho dovuto combattere a gomitate per ritagliarmi abbastanza spazio per suonare. Non è stato il mio concerto preferito.

Cosa ti ha spinto a fare musica?

Ci sono cresciuto in mezzo e non ho mai avuto un’idea migliore. Inoltre penso che le mie abilità calcistiche non siano mai state abbastanza buone da permettermi di farcela.

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