Osserva e ascolta. Tanto e tutto. Tutto poi la influenza e ispira. A volte basta un dettaglio, come se fosse un pezzo di puzzle che comincia a ricostruire.

Com’è nata la tua ultima produzione? C’è stata un’ispirazione particolare, e se sì quale?
C’è stata una canzone in particolare che ha segnato un po’ un punto di svolta per il mio approccio alla scrittura. La canzone è Giovanni, di Jamila Woods, una cantautrice di Chicago che amo moltissimo, e parla di legami ancestrali, di legami matrilineari, di come un certo tipo di amore possa coprirti le spalle qualunque cosa accada. Ascoltare questo brano in qualche modo mi ha aiutato a far confluire diverse direzioni che la mia testa stava prendendo, sia dal punto di vista della produzione sia delle storie da raccontare, e quello che ne è scaturito è una canzone che ascolterete prestissimo!

Quali sono le tue principali influenze?
Tutto ciò che mi emoziona mi influenza, in tutto ciò che ascolto cerco di trovare un punto di connessione e un’ispirazione. Credo che gran parte del lavoro di imprinting che il mio cervello ha dovuto gestire nel corso della mia vita sia avvenuto quando ero ragazzina, e allora ascoltavo tanto pop, hip-hop, soul, rnb.. il mio primo CD è stato Elephunk dei Black Eyed Peas (quanto è bello questo album??) e con il senno di poi credo sia stato il primo segno su una tabula quasi rasa fino a quel momento. Anche se cerco di ascoltare davvero di tutto, il range di generi musicali in cui mi muovo è bene o male sempre quello! Per fare qualche nome di fonti d’ispirazione recenti: Rosalia, Billie Eilish, Jamila Woods, Serena Brancale, Erica Mou, Elasi, Mahmood, Anderson Paak, Mac Miller, Drake, Ibeyi, D’Angelo, India Arie e potrei andare ancora molto avanti!

Come nascono i tuoi brani?
In generale nella vita sono una spugna, osservo e ascolto tanto e tutto, e tutto mi influenza e ispira. A volte basta un dettaglio nell’abbinamento dei vestiti di un passante e mi si collega qualcosa in testa, come se fosse un pezzo di puzzle che comincio a ricostruire (è successo realmente). Parto da qualsiasi cosa, a volte prendo appunti e li lascio lì per anni, altre volte scrivo metà di un pezzo in un giorno. Di sicuro il motore migliore per la mia creatività è la sofferenza, e l’ho capito che ero una bimba che iniziava a scribacchiare canzoncine per necessità di farlo, perchè era la mia strategia per elaborare e esorcizzare qualsiasi emozione troppo invadente da sostenere. Scrivere è stato come imparare a respirare, non l’ho deciso e non ne ho mai potuto fare a meno. Quello su ci invece ho dovuto lavorare tanto è la fase di razionalizzazione di una canzone, ovvero di definizione della struttura, di scrematura di tutto ciò che non è essenziale al messaggio principale, e questo processo mi richiede tutt’ora tantissime energie perchè proprio di mio sono una scapestrata impulsiva tendenzialmente inguaribile. Ciò che per me è più prezioso nella nascita e nello sviluppo di un brano è che nel mentre non riesco in nessun modo a mentire a me stessa, la mia verità viene incastonata anche quando è scomoda e faccio di tutto per non vederla.

Cosa conta di più tra una pagina Facebook con tanti like o un profilo Instagram con tanti follower e un buon disco?
Senza dubbio un buon disco! Nella mia esperienza i feedback esterni non sono nulla se non sono supportati da una soddisfazione e una consapevolezza personale, un buon disco lo vedo invece come il coronamento di un percorso, come la concretezza di giornate passate in studio, mani sugli strumenti, notti insonni. In effetti però mi rendo conto che non si può prescindere più di tanto dal mondo social e dalla popolarità virtuale, è solo che faccio davvero fatica ad afferrarne la dimensione. Diciamo che così su due piedi direi che potrei mettere sullo stesso piano esatto un buon disco (e un buon progetto quindi) e una buona fama sui social se al numero di like e followers corrispondessero poi altrettanti spettatori e spettatrici ai concerti.

Un aspetto positivo e uno negativo del fare musica?
Dipende da come si guarda ai vari aspetti di questo lavoro, l’unico aspetto negativo che mi viene in mente è la scarsa considerazione del settore musicale e dello spettacolo in Italia, sia a livello sociale e culturale che a livello istituzionale (che poi sono concause perchè è un circolo vizioso). Tra i miliardi di aspetti positivi che mi vengono in mente quello più potente è che fare ciò che ami ti fa sentire vivo, e anche un po’ magico. Che poi se ci pensi è pazzesca tutta sta storia di cose che emettono suoni e si combinano e formano armonie che si intrecciano con le parole e aleggiano nell’aria..ogni volta che ci penso davvero mi ci perdo!

Come pensi incida far parte del mondo musicale sulle relazioni personali?
Mah non credo cambi tanto rispetto ad altri mondi lavorativi creativi, magari può dipendere dal livello di fama che si raggiunge però lì è un’altra dimensione ancora. L’importante è scegliere bene le persone da tenere nella propria vita, a prescindere.

Cosa pensi dei messaggi politici all’interno delle canzoni? Credi che un artista debba schierarsi politicamente?
Non ci sono ambiti cui la politica non c’entri, tutto è politico, tutto richiede una scelta. E’ un discorso complesso ma credo che sì, sia importante schierarsi, a volte essenziale. E’ complesso perchè è comunque difficile direzionare il flusso creativo verso un argomento in particolare, e di base le questioni politiche andrebbero affrontate con molto tempo e con un approccio ampio, che tenga conto della problematicità di un discorso del genere..e non è che sia proprio facile fare questa cosa in max 3 minuti di canzone! Però non è impossibile, è una scelta anche stilistica, qualcuno decide di dedicare esplicitamente il contenuto del proprio progetto a messaggi politici e tanto di cappello. Comunque sia, in un modo o nell’altro e soprattutto volendo o meno tutti ci schieriamo, ed è bene averne la consapevolezza soprattutto quando si ha una responsabilità (per me avere un microfono e il privilegio di far ascoltare la propria voce è già un’enorme responsabilità). E’ un percorso personale.

Un artista (vivo o morto) con cui faresti un featuring?
Mac Miller.

Quando ti sei ubriacato l’ultima volta?
Durante la quarantena sono stata praticamente astemia per cui a maggio non reggevo neanche più una birretta, ero sempre un po’ brilla se uscivo la sera 🙂

Roulette Russa / Domande da pistola alla tempia, da rispondere senza tergiversare:
Beatles o Rolling Stones? Beatles
Venditti o De Gregori? Venditti
Pasta o pizza? Pasta
Birra o vino? Vino
Chitarra o pianoforte? Chitarra
Arrivederci o addio? Arrivederci
È più Umberto Tozzi il Rod Stewart italiano o è più Rod Stewart l’Umberto Tozzi scozzese non lo so questa domanda mi fa sentire come quando mi chiedono se è nato prima l’uovo o la gallina.

Stiamo vivendo giorni molto complicati a causa dell’emergenza Coronavirus. Come ti senti nel dover affrontare questo momento e quanto sta incidendo l’emergenza sulla tua attività e sui tuoi progetti futuri?
Mi sento ancora molto dentro a questo momento particolare, non riesco a dire con lucidità come mi sento. Sono cauta, soprattutto emotivamente, cerco di ascoltarmi e ascoltare tanto, so che dovrò e dovremo mettere in discussione e ricostruire le basi della società come la conosciamo. Come tutti mi sono dovuta fermare, e ne ho approfittato per riflettere, per integrare pensieri e cercare di farli fruttare. Il futuro è così incerto che mi viene difficile programmare come facevo prima, diciamo che cerco di calarmi in una dimensione un po’ più presente.

A proposito: progetti per il futuro?
In questi giorni stanno uscendo dal mio IG le puntate di ”PROSPETTIVA, cartoline da casa mia” , un progetto che ho pensato insieme al mio team di Costello’s proprio in questo periodo di quarantena. Parte dall’impressione di aver fatto un viaggio restando ferma, tra pensieri che tornavano a galla e nuove consapevolezze, e dal bisogno di raccontare e condividere con altre persone ciò che vedevo e sentivo mentre guardavo fuori dalla stessa finestra, cambiando però prospettiva. Da qui il claim del progetto, quattro cartoline in forma di cover, riarrangiate e prodotte da me nella mia stanzetta, accompagnate da quattro podcast in cui ho chiacchierato con alcune meravigliose ospiti sulle emozioni e le riflessioni che ogni cover ci ha smosso.
E dopo l’estate invece sono in arrivo i miei inediti e non vedo l’ora! Sto facendo un bellissimo lavoro insieme a Federico Carillo come producer, e più andiamo avanti più il percorso si arricchisce..ho così tante cose da dire che credo che prima o poi esploderò!

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