Il tema della loro musica racconta il senso di inadeguatezza e di estraneità rispetto a ciò che li circonda. Tra il lo-fi e il nervosismo dell’elettronica.

Com’è nata la vostra ultima produzione? C’è stata un’ispirazione particolare, e se sì quale?
Al momento penso si possa parlare della prima “Animale”: il testo è nato dopo una serata alcolica durante la quale ho fatto il giro di qualche festival padovano con la fame di sesso e lussuria, il mattino dopo mi sono svegliato storto ed è uscito tutto. Sentivo di dover buttare giù questa sensazione che era diventata ciclica. Doveva essere un pezzo lento, voce e piano per lo più. Poi due giorni prima di entrare in studio non ci convinceva più, la volevamo più mordente per darle quel feel più sensuale che rispecchia il mood del pezzo e tutto è cambiato in un attimo.

Quali sono le vostre principali influenze?
I riferimenti cambiano di continuo, non ci fissiamo troppo e cerchiamo di essere più liberi possibile. Per questi primi lavori alcune grosse influenze sono state Venerus, Kendrick e Dutch Nazari.

Come nascono i vostri brani?
Anche qui non c’è uno schema fisso, abbiamo sperimentato diversi modi di comporre. Tendenzialmente il tema e il mood del testo escono dalla pancia, spesso di getto ma non sempre, poi facciamo ping pong tra di noi con la produzione delle strumentali, passandoci la palla affiniamo sempre più i lavori fino a completamento.

Cosa conta di più tra una pagina Facebook con tanti like o un profilo Instagram con tanti follower e un buon disco?
Ovviamente un buon disco, c’è l’arte prima di tutto. Però è tutto connesso se vuoi fare arte e puntare a diventare cultura c’è bisogno di un seguito, qualcuno che sposi la causa, qualcuno che si riconosca in ciò che fai. Dipende sempre dagli obiettivi che ci si pone, prendi noi per esempio: non vorremmo fare gli influencer, ma il nostro sogno è mangiare con la musica. E da qui è tutto un casino.

Un aspetto positivo e uno negativo del fare musica?
Aspetto positivo: nessuno fa la musica che facciamo noi.
Aspetto negativo: nessuno fa la musica che facciamo noi.

Come pensate incida far parte del mondo musicale sulle relazioni personali?
E’ difficile. Sei tu con uno o più dei tuoi progetti e questi progetti devono andare, devono prendere il volo, e sta a te farli conoscere. A volte ti senti solo contro il mondo, hai tanti impegni che fatichi a respirare e anche dopo questi è dura distogliere il pensiero perché quello che fai è una protuberanza di quello che sei e capitano periodi nei quali ci pensi di continuo. In tutto questo lo spazio per le relazioni non manca ma devi riuscire a trovare un buon equilibrio, devi essere organizzato, devi eliminare le cose/persone/abitudini che non ti permettono di crescere in maniera costruttiva.
La musica è comunque maestra. Devi essere egocentrico ma umile, ed è una sfida ardua!

Cosa pensate dei messaggi politici all’interno delle canzoni? Credete che un artista debba schierarsi politicamente?
Pensiamo che un artista debba dire la sua, se questo comprende schierarsi politicamente allora è giusto così. Gli artisti non sono politici ma comunque generano cultura e sono influenti tramite il loro modo di vedere il mondo. Possono avere una parte davvero importante all’interno dei periodi storici, sono come giornalisti ma esprimono pareri più soggettivi. Basti pensare a questo periodo, a #Blacklivesmatter, subito associati alle proteste troviamo pezzi artisti come Childish Gambino, Kendrick lamar, Rage against the machine che hanno il potere di unire e far diventare tutti un grande coro.

Un artista (vivo o morto) con cui fareste un featuring?
XXXTentation.

Quando vi siete ubriacati l’ultima volta?
Ubriachi seri? Settimana scorsa.

Roulette russa / Domande da pistola alla tempia, da rispondere senza tergiversare:
Beatles o Rolling Stones? Beatles
Venditti o De Gregori? De Gregori
Pasta o pizza? Riso
Birra o vino? Campari
Chitarra o pianoforte? Pianoforte
Arrivederci o addio? A presto!
È più Umberto Tozzi il Rod Stewart italiano o è più Rod Stewart l’Umberto Tozzi scozzese? Ovviamente Umberto Stewart è il Rod Tozzi Vicentino.

Stiamo vivendo giorni molto complicati a causa dell’emergenza Coronavirus. Come vi sentite nell’affrontare questo momento e quanto sta incidendo sui progetti futuri?
Eheh, ha inciso parecchio, come per molti altri del resto. L’uscita dei primi lavori era prevista per marzo e l’emergenza ha causato uno slittamento non da poco che ci ha costretto a rivedere le modalità di lancio. Però pensiamo che nelle difficoltà si possano trovare opportunità per chi non si abbatte e prova a mettere in dubbio gli schemi su cui precedentemente si basava la normalità.

A proposito: progetti per il futuro?
Abbiamo qualcosina in mente, qualche nuova uscita ma non sappiamo ancora esattamente quando, sappiamo solo che ci saranno pezzi molto diversi da Animale ma descriveranno bene i nostri sbalzi d’umore. Proveremo ad essere eclettici, anche perché ci viene naturale.

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