A pochi giorni dall’uscita del suo primo EP “Tempio”, Leanò si racconta in questa intervista. Tra autoanalisi e introspezione.

Com’è nata la tua ultima produzione? C’è stata un’ispirazione particolare, e se sì quale?
È nata ai Phaser Studios con e grazie ad Andrea Cattaldo (NATI) con il quale da subito c’è stata sintonia sulla visione di questo progetto. Non credo che ci sia un’ispirazione particolare, perché si è voluto rievocare un mondo sonoro che desse l’impressione di una rinascita sospesa, un po’ meditativa e a tratti caotica, quindi per farlo abbiamo preso spunto da elementi molto diversi tra loro: dentro c’è un po’ di Hans Zimmer, di Yann Tiersen, Trevor Hall, Fleet Foxes, ecc

Quali sono le tue principali influenze?
Tutto quello che ascolto in qualche modo entra nelle mie canzoni, anche a distanza di tempo. Sicuramente quelle principali sono le canzoni popolari che si cantano nella mia famiglia, Trevor Hall, La Rappresentante di Lista, Tom Misch, Benjamine Clementine, Dimartino…

Come nascono i tuoi brani?
Nascono innanzitutto da un’esigenza di autoanalisi e dal bisogno esternare un certo stato d’animo. Dal punto di vista tecnico solitamente improvviso con la chitarra un giro di accordi, dopodiché melodia e parole escono fuori da sole. Altre volte invece, prendo spunto da frasi o idee scritte in un altro momento e ci costruisco una melodia.

Cosa conta di più tra una pagina Facebook con tanti like o un profilo Instagram con tanti follower e un buon disco?
Decisamente un buon disco. Credo che i canali social siano strumenti molto importanti per dare visibilità al proprio progetto, ma per come la vedo io i follower e i like dovrebbero essere una conseguenza e non viceversa come a volte può accadere.

Un aspetto positivo e uno negativo del fare musica?
L’aspetto positivo sta nel lavorare con la propria passione, quello negativo è che purtroppo ancora oggi la musica non viene considerata un lavoro. Tra l’altro questo si è visto nell’attenzione e nella tutela per le lavoratrici e i lavoratori dello spettacolo da parte delle istituzioni.

Come pensi incida far parte del mondo musicale sulle relazioni personali?
Nel mondo musicale ho incontrato tantissime persone con cui si è creata da subito un’armonia molto intensa, che difficilmente riesco a trovare con gente al di fuori di questo settore.
È bello anche vedere come le persone attorno a me credano nel mio progetto, mi supportano e sopportano ogni giorno; ne sono molto grata.

Cosa pensi dei messaggi politici all’interno delle canzoni? Credi che un artista debba schierarsi politicamente?
Credo che scrivere canzoni in sé equivalga a lanciare un messaggio politico più o meno evidente, perché in qualche modo la propria visione del mondo traspare nel modo in cui viene raccontata. Qualcuno infatti diceva che l’artista ha un obiettivo preciso: esplorarsi e rappresentarsi per esplorare e rappresentare. La musica (come l’arte in generale) ha la potenzialità di creare cultura ed educare, finché non vengono trasmessi messaggi che danneggiano la libertà di altre persone, credo che sia lecito lasciar intendere o rendere esplicita la propria visione politica.

Un artista (vivo o morto) con cui faresti un featuring?
In questa quarantena ho riscoperto Trevor Hall, quindi direi proprio con lui.

Quando ti sei ubriacata l’ultima volta?
Di vita? Sempre! (ride n.d.r.)

Roulette Russa / Domande da pistola alla tempia, da rispondere senza tergiversare:
Beatles o Rolling Stones? Beatles
Venditti o De Gregori? De Gregori
Pasta o pizza? Pi-sta
Birra o vino? Vino
Chitarra o pianoforte? Chitarra
Arrivederci o addio? Arrivederci
È più Umberto Tozzi il Rod Stewart italiano o è più Rod Stewart l’Umberto Tozzi scozzese? Rod Stewart l’ Umberto Tozzi scozzese!

Stiamo vivendo giorni molto complicati a causa dell’emergenza Coronavirus. Come ti senti nel dover affrontare questo momento e quanto sta incidendo l’emergenza sulla tua attività e sui tuoi progetti futuri?
Sicuramente ha un po’ scombinato i miei piani, come penso per tutti. Onestamente un po’ rosico che il mio progetto stia uscendo in un momento del genere, in cui fare concerti ed incontrarsi è più difficile. D’altra parte però non mi sembra giusto aspettare che passi tutto, quindi sono per l’andare avanti e adattare il tutto alla situazione. Chissà, magari questa emergenza renderà più speciali le canzoni che usciranno.

A proposito: progetti per il futuro?
Il 6 luglio esce “Tempio”, il mio primo EP!

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