Una produzione che nasce come una raccolta di ricordi e sequenze ispirate alla propria vita. Canzoni concepite in maniera visiva rispetto ad un approccio esclusivamente musicale. Signori, ecco Il Solito Dandy.
Com’è nata la tua ultima produzione? C’è stata un’ispirazione particolare, e se sì quale?
La mia ultima produzione nasce come una raccolta di ricordi, di fotografie o sequenze tutte ispirate alla mia vita. Mi capita spesso di concepire le canzoni molto più in una maniera visiva rispetto ad avere un approccio esclusivamente musicale. Vedo più le canzoni come tante sequenze di un film, che poi alla fine sarebbe la mia vita, così “Buona Felicità” (il mio primo disco) descrive una storia d’amore dal principio fino alla fine, ma in un ordine sparso e a tratti confuso, proprio come i ricordi tante volte vengono alla mente.
Quali sono le tue principali influenze?
Penso che se si debba parlare di influenze rilevanti, citerei sicuramente Federico Fellini, Lucio Dalla e Walt Disney. Cosa accomuna queste tre figure lo so e non lo so, ma mi piace guardare la realtà con un occhio sognante, surreale ma terribilmente concreto, insomma come se il mondo di tutti i giorni nascondesse costantemente un universo onirico e inspiegabile.
Come nascono i tuoi brani?
Le mie canzoni nascono dalla quotidianità, o almeno, da quello che vivo. Come ho già detto, la musica per me, oltre ad essere uno sfogo, è come un grande diario dove racchiudo la mia vita con il mio punto di vista sentimentalmente ironico. Perciò spesso mi ritrovo sovrappensiero a cantare sotto la doccia o per casa ed è come se le canzoni arrivassero dal nulla o da chissà dove.
Cosa conta di più tra una pagina Facebook con tanti like o un profilo Instagram con tanti follower e un buon disco?
Entrambi. Penso che però prima sia necessario fare un buon disco e poi pensare ai like e non l’inverso. Non è importante il numero quanto la qualità, ed avere delle persone che ti seguono per quello che sei, non per gli hashtag che metti sotto le foto o nel primo commento. I numeri vengono da soli e non perchè uno passa la vita a scaricare applicazioni per incrementare follower. Questo non esclude il fatto che il mestiere del musicista, oggi come non mai, verta anche l’aspetto comunicativo sui social e non solamente il suonare. Avere un’idea, un’immaginario o qualcosa da comunicare è tanto importante in musica quanto nel mondo digitale, perciò quello che mi sento di dire è che una forte identità artistica si può rispecchiare in maniera personale sia nella propria arte quanto nel mondo dei social.
Un aspetto positivo e uno negativo del fare musica?
La libertà di potersi esprimere.
Come pensi incida far parte del mondo musicale sulle relazioni personali?
Dipende dal tipo di relazione personale che uno ha. Spesso però i musicisti vengono sottovalutati o sopravvalutati.
Cosa pensi dei messaggi politici all’interno delle canzoni? Credi che un artista debba schierarsi politicamente?
Credo che ognuno sia libero di utilizzare la musica come meglio crede. Io sinceramente non parlo di politica nelle canzoni, ma perchè non ne sento l’esigenza, questo non vuol dire che nessuno ne debba parlare.
Un artista (vivo o morto) con cui faresti un featuring?
Loredana Bertè.
Quando ti sei ubriacato l’ultima volta?
La scorsa Domenica.
Roulette Russa / Domande da pistola alla tempia, da rispondere senza tergiversare:
Beatles o Rolling Stones? Beatles
Venditti o De Gregori? Venditti
Pasta o pizza? Pizza
Birra o vino? Vino
Chitarra o pianoforte? Pianoforte
Arrivederci o addio? Arrivederci
È più Umberto Tozzi il Rod Stewart italiano o è più Rod Stewart l’Umberto Tozzi scozzese Rod Stewart è l’Umberto Tozzi scozzese
Stiamo vivendo giorni molto complicati a causa dell’emergenza Coronavirus. Come ti senti nel dover affrontare questo momento e quanto sta incidendo l’emergenza sulla tua attività e sui tuoi progetti futuri?
Questo è un momento molto delicato, soprattutto per la musica e tutti gli addetti ai lavori, quindi ora come non mai è giusto restare uniti ma soprattutto cercare il più possibile di aiutarsi a vicenda e anche nel piccolo contribuire perchè tutto il sistema musicale riprenda il suo corso. Per quanto riguarda la mia attività durante la quarantena ho scritto, ho suonato il piano e, al di là della dimensione live, ho portato avanti quelli che sono i miei progetti per il futuro.
A proposito: progetti per il futuro?
Chissà…
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