La Stanza della Nonna , ci raccontano il loro ultimo lavoro “Dove gli occhi non possono arrivare”. Detto da loro: “Questo ultimo progetto ha messo in primo piano la voglia di sorprendere e sorprenderci”.

Com’è nata la vostra ultima produzione? C’è stata un’ispirazione particolare, e se sì quale?
Dove gli occhi non possono arrivare è il risultato di quattro anni passati al Dalek Studio di Messina a sperimentare il nostro nuovo sound. Più che ispirazione, questo ultimo progetto ha da sempre messo in primo piano la voglia di sorprendere e sorprenderci per tornare con un sound che si distanziasse dal primo disco.

Quali sono le vostre principali influenze?
Questa risposta non è per nulla semplice. Siamo in cinque nella band e in più collaboriamo con tantissime persone quando arrangiamo i brani. Ognuno di noi ha i propri amori musicali e probabilmente è una delle nostre forze, perchè c’è uno scambio continuo di stimoli.

Come nascono i vostri brani?
Semplice. Da una chitarra e una voce, un’idea di brano che poi sviluppiamo insieme.

Cosa conta di più tra una pagina Facebook con tanti like o un profilo Instagram con tanti follower e un buon disco?
Un buon disco. I like sono impressioni quasi automatiche di chi ti segue sui social. Il disco se è bello rimarrà nel tempo, a differenza di un bel selfie.

Un aspetto positivo e uno negativo del fare musica?
L’aspetto positivo è che hai la possibilità di vivere facendo la cosa che ami, cosa per nulla facile, considerando i tempi in cui viviamo, soprattutto in Italia dove gli artisti sono considerati ma non troppo. Il fattore negativo è che se non riempi gli stadi alcuni ti domandano: “E come campi?!?” “Arrivi a fine mese?!?”

Come pensate incida far parte del mondo musicale sulle relazioni personali?
Mah, probabilmente ogni lavoro porta degli effetti collaterali sulle relazioni personali, la musica è uno di questi tanti mestieri. Fin’ora non ci ha portato mai grossi problemi, anzi!

Cosa pensate dei messaggi politici all’interno delle canzoni? Credete che un artista debba schierarsi politicamente?
La musica è libertà e anche rivoluzione.. se si vuole dare un messaggio positivo, costruttivo o di denuncia è giusto che ci sia anche la politica nelle canzoni.

Un artista (vivo o morto) con cui fareste un featuring?
Che domanda difficile! Mamma mia. Siamo in 5 dunque ne diremo 5:
Bob Marley, Jimi Hendrix, Frank Zappa, Nick Drake. Syd Vicious ma in realtà ne avremmo tanti altri! Che dolore non poterli scrivere! (Freddie Mercury e Rino Gaetano ad esempio)

Quando vi siete ubriacati l’ultima volta?
Un paio di giorni fa via Skype, maledetti tempacci!!

Roulette russa / Domande da pistola alla tempia, da rispondere senza tergiversare:
Beatles o Rolling Stones? Beatles
Venditti o De Gregori? De Gregori
Pasta o pizza? Pasta
Birra o vino? Vino
Chitarra o pianoforte? Chitarra
Arrivederci o addio? Arrivederci
È più Umberto Tozzi il Rod Stewart italiano o è più Rod Stewart l’Umberto Tozzi scozzese? Ovviamente Rod il Tozzi scozzese, ma che domande!

Stiamo vivendo giorni molto complicati a causa dell’emergenza Coronavirus. Come vi sentite nell’affrontare questo momento e quanto sta incidendo sui progetti futuri?
Per quanto riguarda i progetti futuri ci sta dando la possibilità di lavorare su dei nuovi brani, anche se a distanza.
Un aspetto negativo è che eravamo in piena promozione di Dove gli occhi non possono arrivare e come tanti non sappiamo quando potremo recuperare le date saltate.

A proposito: progetti per il futuro?
Nuovo disco e tantissimi live!

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