Franco E La Repubblica Dei Mostri è il nome di una band da tenere d’occhio. “Sciarra chitarra musica battaglia” è il titolo del loro ultimo disco, che racconta di contrasti, ferite e cicatrici, sentimenti e tutto ciò che rende l’essere umano così dannato e volubile.

Com’è nata la vostra ultima produzione? C’è stata un’ispirazione particolare, e se sì quale?
Il disco nasce da un lungo periodo di scrittura e di definizione del sound della band, dove abbiamo lavorato per valorizzare le personalità di tutti e quattro, anche grazie alla produzione artistica di Giuliano Dottori che ci ha affiancati in questo progetto.
Mentre componevamo abbiamo notato che le canzoni in un modo o nell’altro avevano in comune il concetto di “rottura”: con il passato, con un luogo, o più semplicemente con una relazione sentimentale.
Sciarra chitarra musica battaglia è proprio l’inizio di una filastrocca siciliana che ritualizza la rottura di un legame e per questo motivo abbiamo deciso di chiamare così il nostro disco. Racconta di contrasti: ferite e cicatrici, passato presente futuro, sentimenti contrapposti e tutto ciò che rende l’essere umano così dannato e volubile. E’ un album introspettivo in modo severo e al contempo indulgente.

Quali sono le vostre principali influenze?
Sono molto varie, perché anche come singoli componenti del gruppo ciascuno di noi si porta dietro un proprio bagaglio di esperienze e di gusti musicali. Sicuramente come riferimenti abbiamo le produzioni del cantautorato italiano, ma ci sono molte influenze rock. Gli artisti a cui ci ispiriamo sono tanti, è davvero difficile scegliere e rischiamo sempre di fare torto a qualcuno non nominandolo. Continuiamo a proporci reciprocamente idee e ispirazioni che vengono dal passato e dal presente, un processo impossibile da arrestare.

Come nascono i vostri brani?
Generalmente si parte da una canzone scritta solo voce e chitarra da Adriano.
Poi la si lavora tutti insieme apportando sfumature, sensazioni e la nostra sensibilità artistica, ponendo l’accento sempre sulla canzone che deve arricchirsi ma non snaturarsi.

Cosa conta di più tra una pagina Facebook con tanti like o un profilo Instagram con tanti follower e un buon disco?
Lo chiedete a una band che dal punto di vista della propria strategia social è rimasta molto old style 🙂 quindi vi rispondiamo tutta la vita un buon disco, anche se siamo perfettamente consapevoli che oggi essere molto attivi, virali ed efficaci su canali come Facebook e Instagram è una parte fondamentale di questo mestiere.

Un aspetto positivo e uno negativo del fare musica?
L’aspetto positivo è fare musica 🙂 Quello negativo è cercare di farla, senza riuscirci.

Come pensate incida far parte del mondo musicale sulle relazioni personali?
Per ciascuno è sicuramente diverso il modo in cui la musica entra a far parte della propria sfera personale e relazionale, non è semplice rispondere per tutti e quattro. Essendo comunque sempre un atto creativo, è strettamente legato alla sfera più intima, si nutre delle relazioni personali, e le nutre. La musica è infatti anche uno strumento potentissimo di creazione di relazioni personali, ed è il collante che tiene viva la nostra amicizia da tanti anni.

Cosa pensate dei messaggi politici all’interno delle canzoni? Credete che un artista debba schierarsi politicamente?
Non crediamo che un artista debba o non debba schierarsi: lo deve fare se sente di farlo. Un autore scrive i propri testi sulla base di quello che ha bisogno di esprimere, che può attingere da urgenze più o meno “politiche”. I nostri brani per esempio non parlano di politica in senso stretto, anche se sono presenti molti riferimenti al contesto culturale, sociale, economico dentro cui viviamo. Si tratta di riferimenti a elementi che permeano la nostra cultura in maniera molto profonda, non è soltanto un accenno a fatti di politica o di cronaca ma a dimensioni che poi hanno delle ripercussioni forti anche sulle generazioni future: temi che affrontano la perdita di senso civico, la disgregazione di rapporti sociali. Chiaramente sono delle cose che non ci lasciano indifferenti, come l’emergere di sentimenti razzisti piuttosto che una cultura sempre legata più a un sentimento di odio che di sentire collettivo.

Un artista (vivo o morto) con cui fareste un featuring?
Salmo.

Quando vi siete ubriacati l’ultima volta?
Da quando c’è la quarantena, tutti i giorni.

Roulette russa / Domande da pistola alla tempia, da rispondere senza tergiversare:
Beatles o Rolling Stones? Beatles
Venditti o De Gregori? Venditti
Pasta o pizza? Pasta
Birra o vino? Vino
Chitarra o pianoforte? Chitarra
Arrivederci o addio? Arrivederci
È più Umberto Tozzi il Rod Stewart italiano o è più Rod Stewart l’Umberto Tozzi scozzese? La seconda.

Stiamo vivendo giorni molto complicati a causa dell’emergenza Coronavirus. Come vi sentite nell’affrontare questo momento e quanto sta incidendo sui progetti futuri?
Non è stato facile, il disco è uscito il 28 febbraio e quella sera avevamo in programma il primo live a Milano, ma quella settimana un’ordinanza ha imposto la chiusura a tutti i locali e ai luoghi di aggregazione della città. Essendo stata una lunga gestazione, non vedevamo l’ora di suonare finalmente dal vivo e condividere con il pubblico quest’ultima nostra creatura. Ora viviamo, come tutti gli italiani, settimane surreali, in un tempo sospeso. Ne stiamo approfittando per fare delle prove di live collegati tutti e quattro dalle nostre case, e nel frattempo abbiamo fatto uscire il video del secondo singolo. Ma è stato davvero triste doverci arrestare proprio quando eravamo pronti per avviare il tour di promozione del disco, ed è ancora più triste vedere tutto il settore della musica dal vivo così in sofferenza. Di certo non vediamo l’ora di salire sul palco e di festeggiare insieme anche la fine di questa strana clausura.

A proposito: progetti per il futuro?
In generale ci piacerebbe sviluppare il nostro live in modo diverso da quel che ci si aspetta. Vogliamo che la musica si parli con il set e le persone che ci ascoltano. Data la situazione attuale, purtroppo abbiamo ancora tempo per definire questa idea. Pensando al futuro più prossimo, visto che la normalità è stata stravolta, speriamo semplicemente di poter tornare a suonare dal vivo al più presto!

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