Le stelle non brillano solo in cielo, ma anche in terra e, talvolta, sotto la terra. È questo il messaggio del nuovo disco di Ottavia Brown, illustratrice e songwriter, che ci presenta il suo nuovo album “Signora Nessuno”

Com’è nata la tua ultima produzione? C’è stata un’ispirazione particolare, e se sì quale?
Signora Nessuno è nato da un desiderio di contaminazione. Il primo input di lavoro è stata l’illuminazione di ascolto approfondito di alcuni lavori di Nick Cave, tra i quali Murder Ballad un disco bellissimo, al quale ci siamo ispirati nel brano “Signora Nessuno”. La volontà, rispetto al lavoro dei dischi precedenti è stata dare più spazio al groove della sezione ritmica e del tessuto chitarristico.

Quali sono le tue principali influenze?
In generale ci sono più filoni dai quali traggo ispirazione; uno è legato al blues e rock blues in chiave femminile in stile Bonnie Raitt e Coco Taylor, un altro è legato allo swing italiano e ai colori western-swing americani, (Julie London, Gabriella Ferri, Fred Buscaglione) e un altro ancora al cantautorato italiano che ha segnato il mio immaginario di scrittura (De Gregori, Paolo Conte e Lucio Dalla).

Come nascono i tuoi brani?
Da illustratrice quando scrivo una canzone parto dal testo. Sono sempre a caccia di storie interessanti e progetto il brano come un disegno. Una volta abbozzato il testo, iniziamo a buttare idee e strutture melodiche e una volta abbozzata la melodia inizia il lavoro di stesura e arricchimento della melodia e dell’armonia che faccio insieme ai musicisti. Successivamente disegno un’illustrazione che lo accompagna che ne diventa il simbolo, lasciando che il colore suggerisca un’atmosfera musicale.

Cosa conta di più tra una pagina Facebook con tanti like o un profilo Instagram con tanti follower e un buon disco?
Non sono un’anti-social né una purista ma credo che il mondo della divulgazione e promozione musicale sia radicalmente cambiato e bisogna tenerne conto; questo non vuol dire diventare fanatici dei numeri e dei followers ma reinventarsi un nuovo modo per veicolare cultura e musica con creatività. Certamente i numeri digitali non sono lo specchio di un buon disco o meno anzi, a volte sono numeri virtuali traditori, io sono comunque affezionata alla realtà fisica dei concerti dove la musica si vive sulla pelle e non sullo schermo.

Un aspetto positivo ed uno negativo del fare musica?
Fare musica, almeno per me, è una risorsa artistica nella quale rielaborare ogni tipo di emozione del vissuto personale per poi tradurla in qualcosa di tangibile, nel caso della musica in un’esperienza sonora unica; come ogni forma arte ha però anche l’aspetto “fagocitativo” ovvero da e toglie allo stesso tempo: non sei mai soddisfatto, vorresti da essa di più e ancora e soprattutto, poiché non è fine a se stessa, vorresti che l’esterno ne partecipasse e che la comprendesse, amandola come la ami tu. A volte può essere frustrante tutto questo, ma il gioco varrà sempre la candela.

Come pensi incida sulle relazioni personali far parte del mondo musicale?
Come ogni ambito artistico, anche quello musicale è un ambiente molto stimolante, avvolgente e a volte competitivo. Sono molte le molte iniziative e gli eventi ai quali un artista partecipa o deve partecipare e questo chiaramente assorbe molte energie nella vita di una persona, condizionando sicuramente le relazioni personali e facendo nascerne di nuove, a volte incredibili. È grazie alla musica che ho legato con la persona che sarebbe diventata il mio compagno di vita oltre che super chitarrista del progetto musicale.

Cosa pensi dei messaggi politici all’interno delle canzoni? Credi che un artista debba schierarsi politicamente?
È impossibile non essere politici (se per politica intendiamo non ovviamente la propaganda) perché le canzoni lasciano trasparire chiaramente le idee sociali e la visione della realtà e del Mondo dell’artista. Più che schierarsi, un artista deve essere onesto nell’esprimere quello che sente. Il politically correct a prescindere, lo trovo francamente superficiale e alla lunga porta solo poca credibilità.

Un artista (vivo o morto) con cui faresti un featuring?
Sono molti! Se avessi super poteri organizzerei un featuring con Lucio Dalla in una canzone come La casa in riva al mare.

Quando ti sei ubriacato l’ultima volta?
Non molto tempo fa! Ma con il tempo sono diventata brava a non oltrepassare quasi mai il limite di non ritorno; da buon italiana, c’è sempre una bottiglia di vino da condividere in casa 😉

Roulette Russa / Domande da pistola alla tempia, da rispondere senza tergiversare:
Beatles o Rolling Stones? Rolling Stones
Venditti o De Gregori? De Gregori
Pasta o pizza? Pasta
Birra o vino? Vino
Chitarra o pianoforte? Chitarra
Arrivederci o addio? Arrivederci
È più Umberto Tozzi il Rod Stewart italiano o è più Rod Stewart l’Umberto Tozzi scozzese Rod Stewart l’Umberto Tozzi scozzese 😉

Stiamo vivendo giorni molto complicati a causa dell’emergenza Coronavirus. Come ti senti nel dover affrontare questo momento e quanto sta incidendo l’emergenza sulla tua attività e sui tuoi progetti futuri?
In questo delicato momento la nostra vita quotidiana è stata stravolta. Tutte le persone sono messe a dura prova sia a livello fisico che mentale. Come molti anche per me tutto si è cristallizzato, posticipato o annullato, ma la necessità più importante in questo momento è la salute pubblica, bisogna rallentare il contagio. Noi nel nostro piccolo, siamo fortunati, restiamo a casa e abbiamo la possibilità di evadere con la musica e visto che il disco è uscito proprio in questo periodo, abbiamo pensato di devolvere i ricavati delle vendite digitali all’ospedale di Brescia, la nostra città. È un piccolo gesto, ma ci sembrava la cosa giusta da fare. Oggi più che mai sono le piccole cose che ci mancano e non sappiamo come finirà e come sarò il Mondo di domani, sappiamo però che la musica non si ferma e non si fermerà mai.

A proposito: progetti per il futuro?
Sicuramente mi piacerebbe creare qualcosa di ancor più asciutto e crudo, oscillando tra testo e disegno in una modalità ancor più libera.

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