“Buddha” è il titolo del nuovo singolo di Laurino, nel quale un innamorato confuso si domanda: a cosa serve avere un Buddha sotto al letto, o cercare l’illuminazione, se non si è in grado di mettersi al servizio della comprensione e dell’amore reciproco? In questo brano c’è sempre più spazio per sonorità down-tempo e innesti elettronici, come il synth o l’hi-hat della drum machine, che creano un’atmosfera ovattata perfettamente mescolata al piano e alla voce in pulito

Com’è nata la tua ultima produzione? C’è stata un’ispirazione particolare, e se sì quale?
È nata da un’esigenza di cambiamento e di sperimentazione. Mi sono ispirato molto alle produzioni di Frank Ocean, che personalmente adoro, specie il suo capolavoro Blonde. Volevo cercare di portare alla luce un sentimento di perdizione e malinconia attraverso delle sonorità non convenzionali al pop odierno in Italia.

Quali sono le tue principali influenze?
Direi Frank Ocean appunto, i Tame Impala, Mac DeMarco e Pino Daniele. Recentemente sto ascoltando molto anche James Blake, è incredibilmente affascinante e mi piacerebbe molto fare un pezzo ripercorrendo una scia simile alla sua, per poi perdermi in qualcos’altro ovviamente.

Come nascono i tuoi brani?
Non c’è un metodo preciso, parlavo di questo qualche notte fa con Simone Cavazzoni (che ha un suo progetto molto figo chiamato “I Tristi”), quando ti sembra di aver trovato un metodo c’è da avere paura. Perché molto probabilmente (e com’è giusto che sia) la seconda volta non funzionerà più come la prima. La caratteristica fondamentale per cui nascono dei pezzi (quella credo non cambi mai) è l’urgenza di comunicare qualcosa, avere qualcosa da dire.

Cosa conta di più tra una pagina Facebook con tanti like o un profilo Instagram con tanti follower e un buon disco?
Per me un buon disco, anzi un ottimo disco. Preferisco fare qualcosa che trasmetta qualcosa di forte piuttosto che mettermi prepotentemente davanti a te mostrandoti il mio impero di follower e di like. Che poi dai, i like li fai se fai qualcosa di veramente bello, ma non per la tua immagine: per la tua musica. Che poi non è questione di like o follower, è ancora come la vecchia scuola. Si tratta di fan.

Un aspetto positivo ed uno negativo del fare musica?
Un aspetto positivo è quello di conoscere molte persone diverse, di fare rete e creare amicizie attraverso la musica. Quello negativo è quando incontri gli stronzi.

Come pensi incida sulle relazioni personali far parte del mondo musicale?
Mi sono accorto a 17 anni di risultare un po’ più affascinante rispetto a prima (venivo considerato uno sfigato, anche un po’ bruttino) perché suonavo la chitarrina e scrivevo canzoni. Ma in realtà non ne ho mai approfittato più di tanto. Ho sempre scopato molto meno rispetto alla media dei miei coetanei, ma mi sono innamorato molto di più.

Cosa pensi dei messaggi politici all’interno delle canzoni? Credi che un artista debba schierarsi politicamente?
Penso che a volte siano incredibilmente forzati, quasi come se il messaggio politico fosse una velleità. Ecco, lì mi disgusta un po’, perché non vuoi dire niente in realtà, stai utilizzando un “trend” diciamo ma la cosa lascia il tempo che trova. Ripenso a Gaber, a Jannacci o a De André, lì c’era veramente un’esigenza, la puoi toccare. Recentemente ho sentito questa cosa in Margherita Vicario e ne sono felice, perché c’è qualcosa di nuovo, di protesta e che mi risulta autentico.

Un artista (vivo o morto) con cui faresti un featuring?
Mi piacerebbe fare un featuring con Cesare Cremonini, ma più che altro perché mi piacerebbe conoscerlo.

Quando ti sei ubriacato l’ultima volta?
Adesso.

Roulette Russa / Domande da pistola alla tempia, da rispondere senza tergiversare:
Beatles o Rolling Stones? Beatles
Venditti o De Gregori? De Gregori
Pasta o pizza? Pizza
Birra o vino? Birra
Chitarra o pianoforte? Pianoforte
Arrivederci o addio? Ti amo
È più Umberto Tozzi il Rod Stewart italiano o è più Rod Stewart l’Umberto Tozzi scozzese È più Umberto Tozzi il Rod Stewart italiano ma Rod Stewart non ha scritto “Ti amo”. Quindi alla fine vince Tozzi.

Stiamo vivendo giorni molto complicati a causa dell’emergenza Coronavirus. Come ti senti sentite nel dover affrontare questo momento e quanto sta incidendo l’emergenza sulla tua attività e sui tuoi progetti futuri?
Direi molto, non si può suonare dal vivo e già questa è una cosa che colpisce tutti quelli che professano questo mestiere, io poi sono un emergente, non oso immaginare chi invece i concerti li fa davvero, e grossi. Io dalla mia sto scrivendo abbastanza, non tantissimo ma abbastanza. Sto buttando giù nuovi beat e sto curando il prossimo singolo che uscirà dopo “Buddha”. E anche questo sarà bello strano.

A proposito: progetti per il futuro?
Ovviamente il nuovo singolo! E un EP per la fine dell’anno, vedrò di fare bene. Promesso.

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