Sanremo è ineluttabile, un po’ come Thanos o come le domande inopportune degli zii alla cena di Natale.

Si può pure tenere spenta la tv o (preferibilmente) scegliere un concerto Indiependence, ma la quantità di commenti, analisi, articoli e video che inonda ogni bolla social nella settimana festivaliera è tale da rendere improba la scelta di non voler avere nulla a che fare con le questioni sanremesi.

Vabbè, ma ora che il festival è finito non si potrebbe parlare d’altro? Si, certo… Non prima però di aver chiuso la pratica con il pagellone Indiependence…

1) Ricky – Lo sappiamo entrambe
Ogni anno c’è un qualche cantante che si ritrova nella lista dei big e che prima di cantare fa scattare nei più la domanda: “Ma questo chi cazzo è?” Il brano e l’interpretazione del nostro sono stati talmente intensi e significativi che la domanda risulta tuttora irrisolta. Non classificato

2) Junior Cally – No Grazie
A seguito delle estenuanti polemiche prefestival (grazie Red Ronnie!) assicura di aver portato in gara un testo impegnato e privo della violenza che ha caratterizzato i suoi brani precedenti. Chiunque altro, con la stessa visibilità e con un pezzo appena più decente di quello portato in gara dal rapper ̶c̶o̶n̶ senza la maschera probabilmente il Festival lo avrebbe pure vinto. Eppure, non privo di una certa consapevolezza, canta: “E anche se sono bello non piaccio” Quando potrà disporre di un paio di occhiali sarà un cantante completamente sincero. Eroe ̶m̶a̶s̶c̶h̶e̶r̶a̶t̶o̶. Voto: 4

3) Elettra Lamborghini – Musica (e il resto scompare)
La sua pagina wiki si apre descrivendola come personaggio televisivo e cantante, dopo aver visto il festival è ormai comprovata l’inaffidabilità della famosa enciclopedia online. Ciononostante, nelle mente dei telespettatori, il suo ̶s̶e̶n̶o̶ tormentone rimarrà impresso a lungo. Voto: 3

4) Giordana Angi – Come mia madre
Dopo “Portami a ballare” una regola non scritta vieta la gara ai testi dedicati alle madri. Appellandosi al fatto che la regola non è scritta da nessuna parte lei ci prova lo stesso e infatti (pur avendo cantato nella serata cover un brano di Mia Martini molto meglio del super ospite Tiziano Ferro) viene relegata a fondo classifica.

5) Enrico Nigiotti – Baciami adesso
E’ un Gianluca Grignani che non ce l’ha fatta. Se state pensando che casomai è vero il contrario preferendo quindi “Baciami adesso” a “Destinazione paradiso” siete brutte persone. Quando ci si volesse anche sforzare di fare critiche meno superficiali sul suo conto, lui si presenta alla serata dei duetti scegliendo Cristicchi come ospite. Con tutta la buona volontà Voto: 4 e mezzo

6) Michele Zarrillo – Nell’estasi o nel fango
Autore che a cavallo tra gli anni ‘80 e ‘90 ha incarnato alla perfezione un certo stereotipo sanremese quello dell’autore popolare molto amato dal pubblico ma (ingiustamente) snobbato dalla critica. Torna in gara con la voce potente di sempre, un brano che adotta nuove sonorità e il tentativo di scrollarsi di dosso quegli stereotipi. Ci riesce, infatti ora, al diciottesimo posto, viene snobbato anche dal pubblico. Peccato. Voto: 6 e mezzo

to be continued…

(il Pagellone di quest’anno è a cura di Alberto Formichella)