Classe 1992 Francesco Setta è un cantautore nato a Como. Si definisce un cantautore con influenze che includono rock, pop e rap. Il suo ultimo EP “Uomo per metà”, prodotto da Max Zanotti, è stato pubblicato il 12 novembre scorso.

Com’è nata la tua ultima produzione? C’è stata un’ispirazione particolare, e se sì quale?
L’ultimo brano a cui mi sto dedicando è nato qualche giorno fa mentre stavo andando al lavoro. Piovigginava e c’era una leggera foschia mattutina, accompagnata dalle prime luci dell’alba. I fari delle auto, il freddo, la gente indaffarata a cominciare una nuova giornata uguale a quella precedente. Questa immagine così malinconica ha fatto scattare un vero e proprio input nella mia testa, tanto da scrivere il testo completo durante la pausa pranzo.

Quali sono le tue principali influenze?
Principalmente il blues e il rock, specialmente quello delle band anni 70/80. Suonava tutto così caldo, così reale, gli artisti sul palco sembravano quasi delle divinità. Altre influenze importanti sono quelle del rap, sopratutto Statunitense, e il buon vecchio cantautorato all’Italiana.

Come nascono i tuoi brani?
I miei brani nascono all’improvviso, non bussano mai alla “porta, e non chiedono “permesso” quando entrano. Mi capita di avere l’ispirazione a scrivere nei momenti più assurdi e meno adatti. Col tempo sto iniziando a convivere con questa situazione. Appena una nuova idea nasce nella mia testa cerco di assecondarla, registrando o scrivendo questi pensieri, prima che svaniscano magicamente come sono comparsi.

Cosa conta di più tra una pagina Facebook con tanti like o un buon disco?
Per me che sono un cantautore emergente, ahimè entrambe. Vorrei tanto poter rispondere solo un buon disco, ma sarei un bugiardo ipocrita. I social sono diventati un mezzo di diffusione di massa incredibile, e per noi che facciamo dell’arte sono fondamentali. Anche se, sono un’arma a doppio taglio, e c’è chi si è bruciato una carriera utilizzandoli nel modo sbagliato.

Un aspetto positivo ed uno negativo del fare musica?
L’aspetto positivo per quanto mi riguarda, è il senso di appagamento che si prova nel farla. E’ come una droga, ti fa stare su di giri, in estasi! Insomma, amplifica tutte le tue emozioni. Il lato negativo, è l’altra faccia della medaglia di questa emotività. Essendo tutto amplificato, la rabbia, la malinconia, la tristezza, ti afferrano con una forza incredibile.

Credi che un artista debba schierarsi politicamente? Approvi la politica nella musica?
Approvo l’essere se stessi nella musica, e se si è politicamente impegnati o interessati allora se ne deve parlare. Detesto invece chi prende delle posizioni politiche solo per ottenere visibilità, non fa per niente onore come comportamento, sopratutto in un momento politico così delicato come questo.

Come pensi incida l’esser attori nel mondo musicale nel campo delle relazioni personali?
Penso che a fingere di essere qualcun altro, a recitare una parte che non ci appartiene, incida in generale su tutto quello che ci circonda. Le relazioni personali ovviamente sono a rischio. Chi ci conosce davvero per quello che siamo è pronto a digerire tutto questo?

Un artista (vivo o morto) con cui faresti un featuring?
Kurt Cobain, sarebbe il sogno di una vita…

Quando ti sei ubriacato l’ultima volta?
Questo Lunedì ad una cena.

Domande da pistola alla tempia, da rispondere senza tergiversare:
Beatles o Rolling Stones? Rolling Stones
Venditti o De Gregori? De Gregori
Pasta o pizza? PASTA!
Birra o vino? Entrambi
Chitarra o pianoforte? Chitarra
Arrivederci o addio? Addio si dice solo nei film di Hollywood…
È più Umberto Tozzi il Rod Stewart italiano o è più Rod Stewart l’Umberto Tozzi scozzese? Rod Stewart chi? ….;)

Progetti per il futuro?
Un nuovo disco, e tanti, tantissimi live. Infondo è proprio per questo che scrivo le canzoni… per cantarle!

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