Anèdone è il progetto del chitarrista e compositore Francesco “Franz” Martinello, che esordisce nel 2019 con il suo primo CD da solista, “La Superficie delle Cose”. Il disco riassume un percorso musicale, iniziato nel post-punk veneto degli anni ’80 (“End of Carnival”), poi proseguito in Friuli (“Cape Canaveral Polaroid”,“PNGazers”); nel mezzo, alcune parentesi folk-acustiche (“Tarantàs”) e altre più strettamente cantautorali (“La Cattiva Strada”).

Se dovessi riassumere la tua ultima produzione in tre parole quali sarebbero e perché?
1) Originalità. Produrre qualcosa di proprio, riuscire a pubblicarlo ed avere buoni riscontri supera di gran lunga in soddisfazione la migliore delle cover fatte a X-Factor o Voice of Italy.
2) Messaggio. Fondamentale cercare di comunicare anche attraverso le parole, meglio se in italiano.
3) Coscienza. Il musicista non deve essere isolato, deve acquistare consapevolezza di vivere in una società con cui interagire.

Cosa cerchi in un live da spettatore? Cosa ti emoziona?
Ricerco sempre qualcosa di nuovo nei suoni, negli arrangiamenti. Ho necessità di essere “colpito” dalla musica, nel profondo, non necessariamente divertendomi a ballare o saltare.

Quale strumento o suono rappresenta meglio la tua personalità?
Direi le chitarre, sia l’acustica, sia l’elettrica. Utilizzandole con l’ausilio degli effetti si apre un mondo infinito. Mi piacciono (ed utilizzo) anche altri strumenti acustici, come il bouzouki.

Disco o singolo, cosa ha più senso fare oggi?
Da parte mia non ho dubbi: per portare avanti tuo “messaggio” e far capire al pubblico chi sei veramente è necessario un disco.

È più importante fare live o essere presenti sui social?
Ovviamente sono importanti entrambe le cose ma alla fine dipende da cosa si vuole ottenere.

Il ricordo più bello legato alla musica?
Tanti anni (30) come musicante fanno sì che non ci sia un singolo ricordo ma una serie di momenti indimenticabili: la prima batteria acquistata con i miei soldi, il primo “demo”, alcuni grandi concerti a cui ho assistito e poi, sicuramente, l’aver conosciuto Fabrizio De
Andrè.

L’esperienza peggiore che ti è mai capitata sul palco?
Idem, come sopra. Tante delusioni ed incazzature, l’ultima non più di 20 giorni fa quando ci hanno tagliato parte di un live in quanto in ritardo sul programma.

Cosa ti ha spinto a fare musica?
Di preciso non ricordo il perché e quando ho deciso. So che una forte influenza è arrivata dall’ambito familiare.

Tre canzoni che non possono mancare nella tua playlist?

Questa è difficilissima, meglio rispondere d’istinto senza pensarci troppo
1. Brian Eno – “By this River”
2. Peter Gabriel – “Mercy Street”
3. Radiohead – “Paranoid Android”
Tanto so che domani avrò cambiato idea… Ciao

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