Dj Koma aka Mauràs cantante della band reggae POOR MAN STYLE, Beatmaker e DJ attivo dal 1996, membro del gruppo rap FUNK FAMIGLIA e per diversi anni della crew SUITE FOUNDATION. Quasi 20 anni di carriera, dai primi tour con gli ATPC come DJ a quelli con i POOR MAN STYLE come cantante. Oggi presenta il suo esordio solista “Dico sempre la verità”.

Ciao Mauràs. “Dico sempre la verità” è il tuo disco d’esordio e giunge dopo un lungo percorso artistico. Cosa ti ha motivato a fare questo passo?

Ciao a tutti la motivazione è sempre la stessa dal primo giorno, ovvero avere delle cose da dire e cercare il modo migliore per comunicarle. L’incontro con Bonnot è stato decisivo perché in quel momento ho capito che con lui avrei potuto esprimermi al meglio mettendo in
pratica tutto ciò che ho imparato negli anni.

Nel disco fai confluire tutte le tue influenze. Vuoi parlarcene?

Nel disco trovi tutto il mio mondo. C’è la black music (cosa significa Urban?) quindi il funk, il soul e il rap. In più sia io che Walter abbiamo anche un sacco di rock, punk e crossover nel nostro background quindi abbiamo deciso di inserire anche questa sfumatura. L’album ci rispecchia in pieno in tutto, sia nel sound che nei testi. Ti dico in tutta sincerità che ho fatto il disco che ho sempre sognato di fare, col producer che ho sempre considerato essere il migliore.

Hai dichiarato di volerti distaccare dall’immagine del “rapper vecchio brontolone”. Ti riconosci nella scena rap attuale?

No, non mi ci sono mai riconosciuto, nemmeno nel ’96 quando ho iniziato. Mi spiego. Ho sempre visto tutto come un percorso, ho guardato i più vecchi cercando di imparare, ho sempre rispettato e supportato concretamente tutti gli artisti che mi hanno colpito e cresciuto, ma ho cercato la mia strada, la mia via. Per me le cose fondamentali nel rap sono personalità, skills, originalità e questo l’ho imparato dall’hip-hop come cultura in generale, non dalla cosiddetta “scena”. In Italia si è quasi sempre copiato gli americani, e comunque in quegli anni nessuno mi ha insegnato nulla, sono stato io a imparare con voglia e umiltà e in seguito ad andare a ritroso per scoprire le radici di tutta la musica nera. Per me è un viaggio che continua tutt’ora, guardo al passato perché nasce tutto da lì e perché i classici e i miei punti di riferimento sono lì, ma senza fare troppo il nostalgico altrimenti perdo di vista il presente e rischio di fare come molti fanno, sempre lo stesso disco.

Ti sei esibito in apertura ai Colle der Fomento. Cosa puoi dirci di questa esperienza?

È stato fighissimo perché siamo riusciti a far divertire un pubblico che non era lì per noi. I fan dei Colle vogliono sentire dei bei testi e dei bei beats, quindi missione compiuta.

Cosa conta di più tra una pagina Facebook con tanti like o un buon disco?
Attualmente una pagina Facebook con tanti like.

Un aspetto positivo ed uno negativo del fare musica?
Aspetto positivo : fare i dischi in studio e fare i concerti. Aspetto negativo : tutti i restanti giorni in cui non sei in studio o sul palco.

Credi che un artista debba schierarsi politicamente? Approvi la politica nella musica?
Ogni artista è libero di fare ciò che vuole non sono io a dover approvare, non mi interessa. Siamo negli anni del trash sia in politica che in musica, e non parlo solo del mainstream e lo starsystem. Le serate più frequentate nei locali, nei club, negli Arci e nei centri sociali sono quasi sempre quelle trash. Lo squatter, il fighetto, il compagno, il leghista, quello “normale”; iniziano ad ascoltare la stessa musica, a vestirsi uguali e frequentare sempre di più gli stessi posti. La questione è sociale e si tratta di un’omologazione di massa mai vista prima. Per me l’arte non celebra i modelli imposti dalla società, ma li contesta. Solo durante le dittature l’arte celebra il sistema. È un discorso troppo lungo e articolato da fare qua, detto questo, dovessi fare un pezzo dove parlo di Panamera, Rolex e dove chiamo le ragazze puttane mi sentirei uno sfigato.

Come pensi incida l’esser attori nel mondo musicale nel campo delle relazioni personali?
Purtroppo non riesco mai a capire se una donna vuol star con me perché mi ama o perché sono ricco e famoso. Poi per me è cambiato tutto dopo il sold out a San Siro.

Quando ti sei ubriacato l’ultima volta?
Questo venerdì. O forse era sabato. O forse domenica. O forse era venerdì ma quel venerdì cadeva di sabato… Boh. I’m feeling supersonic, give me gin and tonic.

Domande da pistola alla tempia, da rispondere senza tergiversare:
Beatles o Rolling Stones? Beatles
Venditti o De Gregori? De Gregori
Pasta o pizza? Pizza
Birra o vino? Vino
Chitarra o pianoforte? Chitarra, quella di Ermanno Fabbri.
Arrivederci o addio? Addio
È più Umberto Tozzi il Rod Stewart italiano o è più Rod Stewart l’Umberto Tozzi scozzese? È più Umberto Tozzi il Rod Stewart italiano, anche se non ci vivrei.

Progetti per il futuro?
Rendere il mio futuro un po’ meno incerto. Solo un po’.Grazie a tutti, saluti alla redazione.

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