Originari di Cuneo i Madbeat sono una delle nuove leve del punk italiano, quello che ancora guarda al mondo con occhio critico, suona senza compromessi e alza il gain senza paura.
Com’è nata la tua ultima produzione? C’è stata un’ispirazione particolare, e se sì quale?
È nata in uno scantinato più di 2 anni fa con tante idee ma soprattutto tanta voglia di fare un bel disco. Ce ne sono state tante…Rise Against, Rancid, Social Distortion, Bull Brigade, amici, famiglia, problemi, le cose che non vanno mai nel verso giusto…sicuramente con i tanti cambi di formazione e con i 2 anni successivi sono riuscito a rielaborare le priorità e le cose da poco conto.
Quali sono le tue principali influenze?
In fatto di musica ho moltissime influenze…ascolto tantissima musica: molto punk…sia inglese che americano, sia melodico che ruvido e schematico, ascolto blues, ascolto rap, ascolto crossover…credo che questo possa solo fare bene alla crescita di un progetto.
Come nascono i tuoi brani?
Dalla musica sicuramente. La musica è quella che trovo grazie allo stato d’animo, grazie alle mille influenze di quello che ho attorno. Dopo di che ascolto quello che ho scritto e mi lascio influenzare per un tema che diventerà testo.
Cosa conta di più tra una pagina Facebook con tanti like o un buon disco?
Beh…il buon disco è il tuo biglietto da visita sempre…un profilo Facebook senza contenuti non può funzionare…le bugie prima o poi finiscono.
Un aspetto positivo ed uno negativo del fare musica?
Positivo è sicuramente il fatto di poterla fare come, quando, dove vuoi e senza chiedere il permesso. Negativo non credo di conoscerlo.
Credi che un artista debba schierarsi politicamente? Approvi la politica nella musica?
Credo che debba avere una posizione, non essere politico. Prendere posizione ed esprimere la sua posizione fa in modo che chi lo ascolta possa comprendere quelle tematiche (evitiamo fraintendimenti: il fascismo e il razzismo non sono libera espressione, sono ignoranza). Credo che essere impegnati in cosa si canta e molto più importante della politica nella musica.
Come pensi incida l’esser attori nel mondo musicale nel campo delle relazioni personali?
Lo trovo interessante, ovvero: l’occhio vuole la sua parte in un concerto. Se canti ma non hai interazioni il concerto rischia di spegnersi…sarai apprezzato da cd ma dal vivo ti mancherà qualcosa…se hai la fortuna di essere una persona estroversa allora non farai fatica, se invece non lo sei allora devi trovare un modo! Non direi recitare, ma entrare nella parte…
Un artista (vivo o morto) con cui faresti un featuring?
Johnny Cash
Quando ti sei ubriacato l’ultima volta?
Lo scorso weekend
Domande da pistola alla tempia, da rispondere senza tergiversare:
Beatles o Rolling Stones? Rolling Stones
Venditti o De Gregori? De Gregori
Pasta o pizza? Pasta
Birra o vino? Birra
Chitarra o pianoforte? Tutti e due
Arrivederci o addio? Arrivederci sempre
È più Umberto Tozzi il Rod Stewart italiano o è più Rod Stewart l’Umberto Tozzi scozzese? rAssolutamente Rod Stewart l’Umberto Tozzi londinese
Progetti per il futuro?
Suonare!!