I Keemosabe sono una band di rock/pop di stampo moderno. Passati da X Factor, dove si sono esibiti nel corso della terza puntata, la band pubblica il singolo How Long. Il sound della band si ispira al funk, alla psichedelia e al rock e rappresenta la ricerca musicale alla base della realizzazione del loro primo EP.

Parlateci del vostro ultimo lavoro. Cosa vi ha ispirato?
Ispirazione è una parola ricorrente nel nostro vocabolario. Ispirazione è un impulso irrazionale nella nostra produzione artistica, è una necessità viscerale. Siamo una band a cui piace raccogliere le più disparate influenze nel mondo dell’arte in generale e miscelarle in un cocktail che possa dissetare la nostra voglia di comunicare. L’ultimo lavoro ci ha visti immersi nella ricerca di un sound che potesse richiamare gli anni 80 e riportarli nel contesto in cui viviamo noi, adesso.

Quali sono le vostre principali influenze?
Gli artisti a cui ci riferiamo principalmente spaziano dagli Arctic Monkeys, ai Foals, Kings of Leon, John Mayer, Nothing But Thieves, Franz Ferdinand, Tame Impala, Foo Fighters, Queens of the Stone Age, per citarne alcuni.

Come nascono i vostri brani?
Noi KEEMOSABE proveniamo da 4 mondi musicalmente lontani tra di loro. Chi ci conosce o ha avuto modo di incontrarci da vicino lo può testimoniare. Mettiamo in discussione tutto, proviamo la stessa idea in svariati modi diversi fino a trovare il sound che ci convince di più. I nostri brani sono una metamorfosi continua, un viaggio in cui amiamo sperimentare e sperimentarci. I nostri brani nascono da una ricerca interiore che speriamo ci definirà come persone, come artisti. I nostri brani, più che avere una nascita, rappresentano una rinascita continua.

In un mondo sempre più incentrato sul web, cosa conta di più tra una pagina FB con tanti like o un buon disco?
La risposta corretta potrebbe essere nel giusto mezzo. Un buon equilibrio tra like e musica all’altezza potrebbe essere sinonimo di successo attualmente. Avere un buon disco senza tanti like significherebbe accumulare polvere digitale e non essere ascoltati da nessuno; d’altro canto avere tonnellate di like senza proporre un buon disco, a nostro avviso, si tradurrebbe in un insuccesso di base. Il peggiore insuccesso; quello nella propria coscienza artistica.

Vi riconoscete nella definizione di artisti indie? 
Spiegateci voi cosa significhi Indie. Onestamente, non lo sappiamo bene nemmeno noi. Forse per i più non rientriamo nella nuova tendenza indie italiana, forse per l’uso originale del termine sì. A noi è piaciuta la definizione “Modern Rock/Pop”: è un’etichetta che sentiamo nostra e ci auguriamo di poter essere veramente “moderni” e contribuire artisticamente facendo parte delle valide proposte
musicali nel mercato musicale odierno. Chissà!

Cosa ne pensate dell’attuale music business? 
Sicuramente è difficile, forse non è mai stato facile, ma a noi piacciono le sfide e viviamo il presente. Ci piace andare contro tendenza e seguire il cuore e la nostra vision che ci spinge a fare arte, ogni giorno. Siamo comunque una realtà nuova. C’è molta strada da percorrere e speriamo di poter rispondere nuovamente a questa domanda più in avanti, quando avremo percorso più km, conosciuto più persone, e soprattutto dopo l’uscita del nostro primo Album.

Credete che le nuove tecnologie aiutino il rapporto tra musicisti e pubblico o che abbiano distanziato gli uni dagli altri?
Tema caldissimo il rapporto realtà vs web. Il nostro obiettivo? Portare il pubblico nei locali, nei festival. Sentire il calore delle persone, poterle guardare negli occhi, scambiare emozioni e pezzi di vita. I social non potranno mai sostituire la realtà, ma sono una buona vetrina per diffondere i propri pensieri, i propri prodotti artistici. Non siamo contro il web, viviamo nell’era del web; semplicemente ci auguriamo che le nuove tecnologie possano aiutare ad avvicinare il pubblico alla musica. Siamo troppo ottimisti? Lo scopriremo nei prossimi mesi. Ci hanno insegnato a sognare l’impossibile per ottenere il grandioso.

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