Cresciuto tra Firenze e San Bartolomeo al mare, la vita di Brilla ha conosciuto un’unica costante: la musica. A tre anni dal suo esordio avvenuto nel 2016, pubblica La tuta di Goldrake, suo primo disco edito da La pioggia rossa dischi/Dischi Soviet Studio.

Se dovessi riassumere la ultima produzione in 3 parole quali sarebbero e perché?
Voluta, perché avevo un sacco di cose da dire da tanto tempo.
Introspettiva, perché mi scavo sempre dentro più di quello che dovrei.
Educativa, per scrivendo e producendo si cresce quasi sempre

Cosa cerchi in un live e cosa ti emoziona quando assisti ad un concerto?
Dei bei suoni, di gusto intendo. Un groove interessante, e una canzone da cantare mentre torno a casa. Mi emozionano tante cose, quelle che posso dirti sono le dinamiche strumentali, e testi personali.

Quale strumento o suono rappresenta meglio la tua personalità?
La voce, le corde vocali giuste per il pezzo giusto.

Disco o singolo, cosa ha più senso fare oggi?
Non mi preoccupo di quello che ha più o meno senso fare, ma della storia che voglio raccontare e per farlo difficilmente basta una canzone.

Cosa conta di più tra suonare live o essere presenti con costanza sui social?
Per me, sicuramente suonare bene e poi il rapporto con le persone anche se via web.

Il ricordo più bello che conservi legato alla musica?
Il ricordo più bello, l’essere riusciti un paio d’anni fa ad arrivare ad un concerto a Milano con una nebbia impenetrabile 🙂 .
In più fu una serata molto emozionante ricca di scambio emotivo con il pubblico.

Il ricordo peggiore invece?
Ci devo pensare troppo…Forse nessuna. Te la dico la prossima volta, si può?

Cosa ti ha spinto a fare musica?

L‘amore incondizionato e condizionato per la scrittura.

3 brani che non possono mancare nella tua playlist?

Ti posso dire quelli di oggi, domani saranno sicuramente diversi.
Dalla, il cucciolo Alfredo
The War on drugs, in chains
La rappresentante di lista, Ospiti.

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