La band monzese Before Bacon Burns torna a distanza di tre anni dalla pubblicazione del loro primo album “La musica elettronica è il futuro”. Dopo molti live in tutta Italia e la partecipazione agli I-Days di Monza danno alle stampe il loro ultimo disco Difetti, edito da Neve, etichetta del produttore Andrea Ravasio.

Com’è nata la vostra ultima produzione? C’è stata un’ispirazione particolare, e se sì quale?
Stiamo lavorando a “Difetti” da oltre un anno ormai, dalla stesura dei brani alla loro revisione e riarrangiamento, fino alla registrazione e la release. L’album è frutto di tanto lavoro e tantissima voglia di fare ascoltare a chiunque quello che ci passa per la testa quando siamo assieme. Ci ispiriamo l’un l’altra e sicuramente le influenze musicali di ognuno si riflettono nei brani.

Quali sono le vostre principali influenze?
Pur ascoltando tutti prevalentemente rock, alternative ed indie, abbiamo artisti e periodi che sicuramente ci hanno influenzati in modo personale: Andrea (alla chitarra) ama incondizionatamente i Fast Animals and Slow Kids, si perde tra i brani dei Tame Impala, ha fatto conoscere al gruppo i the National e i PUP, è onnivoro e sempre alla ricerca di suoni interessanti ; Stefano (alla batteria) spazia dagli Zu ai Rise Against, dai Fast Animals and Slow Kids (Fino a “Forse non è la felicità”) ai Fine Before You Came e i Verdena; Eleonora (chitarra e voce) scivola agilmente dall’amore per i suoni secchi e acidi del punk inglese alla passione per la straordinaria voce di Florence Welch, front-woman dei Florence + the Machine; Davide (al basso) è innamorato da sempre dei Gazebo Penguins e dei Verdena. Negli ultimi anni ha una nuova fissa: la band inglese Daughter.

Come nascono i vostri brani?
Ognuno di noi cerca di portare un pezzo di quello che sente in quel momento: normalmente, le melodie nascono in sala prove, suonando insieme. I testi sono di solito scritti da Eleonora nei momenti più disparati, spesso anche dettati al telefono a metà di una mattinata di commissioni, e poi riadattati a ciò che salta fuori in sala.

Cosa conta di più tra una pagina Facebook con tanti like o un buon disco?
Vorremmo poter rispondere che conta di più un buon disco, ma sicuramente se non c’è interesse ad ascoltarlo e non si ha seguito, è difficile farlo ascoltare quanto merita. La metafora dell’albero che non si sa se faccia rumore cadendo in una foresta dove non c’è nessuno ad ascoltare è sempre valida.

Un aspetto positivo ed uno negativo del fare musica?
Fare musica è qualcosa di meraviglioso, liberatorio, divertente, spesso catartico. Non crediamo esistano realmente lati negativi nel creare qualcosa che ti fa stare bene (salvo forse l’amarezza per chi ci campa di sentirsi sempre chiedere “che lavoro faccia davvero”).

Credete che un artista debba schierarsi politicamente? Approvi la politica nella musica?
La politica, che lo si voglia o no, è in tutto quello che facciamo. Non c’è schierarsi o non schierarsi, c’è schierarsi di più o schierarsi di meno, schierarsi consapevolmente o inconsciamente. La politica è l’espressione della tua visione del mondo, e la musica come arte espressiva si porta per forza dietro la somma delle visioni del mondo dei componenti del gruppo. Di base crediamo comunque che ognuno sia libero di fare ciò che vuole con la propria creatività, supportiamo entrambe le visioni.

Come pensate incida l’esser attori nel mondo musicale nel campo delle relazioni personali?
Ognuno di noi ha caratteri differenti, le relazioni personali non vengono stravolte dal fatto che ci piace scrivere e suonare. Sicuramente girare per locali aiuta a conoscere moltissime persone e siamo ben contenti di essere rimasti in contatto con tanti musicisti conosciuti in questi anni.

Un artista (vivo o morto) con cui fareste un featuring?
Spariamo in alto: Dave Grohl o Florence Welch. Nella sfera dell’improbabile ma non impossibile: Gazebo Penguins, Husky Loops. In generale ci piacerebbe un sacco fare qualcosa con universi musicali super distanti: musicisti classici, funky, trapper.

Quando vi siete ubriacati l’ultima volta?
L’ultima volta che siamo stati dignitosamente brilli tutti insieme è stato dopo aver suonato al matrimonio di una coppia di cari amici (abbiamo fatto pogare un prete, valeva la pena brindare!).

Domande da pistola alla tempia, da rispondere senza tergiversare:
Beatles o Rolling Stones? Beatles
Venditti o De Gregori? De Gregori
Pasta o pizza? Pasta
Birra o vino? Birra
Chitarra o pianoforte? Chitarra
Arrivederci o addio? Arrivederci
È più Umberto Tozzi il Rod Stewart italiano o è più Rod Stewart l’Umberto Tozzi scozzese? È forse l’attesa di Umberto Tozzi, essa stessa Rod Stewart?

Progetti per il futuro?
Suonare, suonare, suonare.

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