I The Dead South sono una band folk e bluegrass nata a Regina, in Canada. Chitarra, mandolino, violoncello e banjo sono gli strumenti che danno voce al progetto che ha da poco pubblicato il nuovo disco Sugar And Joy.

Se doveste scegliere tre parole per identificare la vostra ultima produzione quali sarebbero e perché? 

“Sugar” “and” “Joy” che è il titolo del nostro ultimo disco.

Cosa cercate da un live quando assisti in qualità di spettatore?

Dipende dall’artista ma in genere ci piace quando lo spettacolo è qualcosa di più dell’artista che esegue le sue canzoni. Ci piace uno show con un po’ di messa in scena, con qualcosa che lo renda unico. Steve Aoki lancia la torta in faccia alla gente ad ogni spettacolo, per esempio. La nostra band preferita al mondo è na band canadese chiamata Five Alarm Funk e hanno messo in scena il miglior concerto che abbiamo mai visto. Senza schemi, effetti speciali, nessuno pazzo gioco di luci, solo gli artisti che recitano in modo selvaggio e suonano musica ad alta energia.

Quale suono o strumento rappresenta maggiormente la vostra personalità?

Probabilmente la ghiaia che si agita in una vecchia lattina di pomodoro.

Disco o singolo? Cosa ha più senso fare oggi?

Siamo ancora grandi sostenitori del formato album. Qualcosa nel prendere una serie di canzoni, raggrupparle, unirlo con il concept grafico e decidere l’ordine in cui dovrebbero essere ascoltate rende le canzoni più che semplici brani: ognuna è parte di qualcosa di più grande di se stessa.

Cosa conta di più oggi, suonare dal vivo o essere presenti con costanza sui social?
Sicuramente suonare dal vivo. Gli influencer sono noiosi e non producono nulla di interessante.

Qual è il ricordo più bello che conservate legato alla musica?
La prima volta che abbiamo suonato ad un concerto e degli sconosciuti hanno iniziato a cantare le nostre canzoni. Dopo lo show tutti ci siamo chiesti di chi fossero amici quei tizi, pensando che non c’era modo che qualcuno conoscesse i nostri brani.

Il ricordo peggiore invece?

Abbiamo fatto uno spettacolo in cui tutto ciò che poteva andare storto è andato storto. I tecnici del suono non sapevano nemmeno che stessimo suonando, archi del violoncello e corde di chitarra si stavano spezzando a destra e a sinistra e il nostro set è stato interrotto. Stavamo sudando come Rob Reiner lassù.

Cosa vi ha spinto a diventare musicisti?

Non siamo sicuri che a un tratto si “diventi” musicista o se più semplicemente ad un tratto ci si accorga di esserlo. Ed è difficile capire quando avviene questa scoperta. In quale momento esattamente un cetriolo diventa un sottaceto?

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