Parlateci del vostro ultimo lavoro. Cosa vi ha ispirato?

Ci hanno ispirato le cose normali, forse anche banali dalle quali ogni giorno siamo circondati. Per la prima volta da quando suoniamo ci siamo veramente messi a nudo, e se questo è quello che dovrebbe fare un artista, possiamo dire che questo è il nostro lavoro più riuscito. L’ispirazione musicale questa volta è stata rivolta verso il panorama pop cantutorale italiano, sia recente che del passato, mettendo da parte quei gruppi rock italiani con i quali siamo cresciuti come Marlene Kuntz e Afterhours che hanno dato un contributo incredibile alla musica rock italiana. Per la prima volta da quando suoniamo insieme abbiamo adottato un procedimento diverso dai due dischi precedenti, dove ci trovavamo in sala prove con tutta la band ed insieme scrivevamo la musica ognuno mettendo il proprio contributo. Per questo Ep io (Davide) e Riccardo (il cantante) abbiamo fatto tutto da soli, grazie anche all’uso di software musicali, buttando giù l’intera struttura di ogni pezzo, poi successivamente modificata dal nostro produttore artistico Michele Guberti di Massaga Produzioni e con il prezioso contributo di Manuele Fusaroli.

Quali sono le vostre principali influenze?

Come dicevo le nostre principali influenze vengono dal panorama rock italiano degli anni 90/2000. Ma non solo, abbiamo ascoltato per tanto tempo anche post rock americano, noise rock, qualsiasi sorta di gruppo progressive e psichedlico anni 70 di cui è rimasto ben poco. Di recente, siamo ritornati su artisti italiani cantautorali come Battisti e Lucio Dalla che ci hanno sicuramente ispirato.

Come nascono i vostri brani?

I brani di questo Ep sono nati in maniera molto schematica. Io (Davide) mi sono occupato di scrivere tutta la musica, buttando giù una bozza quasi definitiva. Una volta completata la parte strumentale, ho passato la canzone a Riccardo che ci ha messo su il testo e linea melodica del cantato. Forse è un procedimento meno divertente, ma questo ci ha permesso di essere più incisivi nella scrittura.

“In realtà l’indie è tutt’altra cosa, ed affonda le sue radici nella musica inglese ed americana, e che ha avuto il suo momento di gloria negli anni 90, diffusa poi anche in Italia.”

In un mondo sempre più incentrato sul web, cosa conta di più tra una pagina FB con tanti like o un buon disco?

Il web è un mondo abbastanza democratico, che permette a chiunque di avere visibilità, ma è comunque meritocratico, almeno dal mio punto di vista. I like arrivano se la risposta del pubblico sancisce che hai fatto delle canzoni valide. Puoi sponsorizzare quanto vuoi ma se la canzone non funziona il risultato social sarà sempre basso.

Vi riconoscete nella definizione di artisti indie?

Questa risposta potrebbe sancire lo scioglimento definitivo del progetto perché io e Riccardo la vediamo in maniera abbastanza diversa. Scherzo ovviamente. Credo che alla fine, questo termine ad oggi serve per identificare e distanziare la musica italiana della nuova generazione da quella della vecchia guardia. In realtà l’indie è tutt’altra cosa, ed affonda le sue radici nella musica inglese ed americana, e che ha avuto il suo momento di gloria negli anni 90, diffusa poi anche in Italia. Per me quello che viene chiamato Indie o Itpop è, e resta musica italiana. Questa è la definizione in cui mi riconosco. Io comunque sono molto incuriosito ed interessato da questa nuova scena, tra tutti mi piacciono Calcutta, Motta, The giornalisti, Gazzelle, Coma Cose, Canova (etc. etc) e molti altri anche meno conosciuti. Poi ci sono gli The Zen Circus, nostri conterranei, che realmente appartengono a quella che è stata la scena indipendente italiana degli anni 90,e che oggi fanno numeri non indifferenti.

Cosa ne pensate dell’attuale music business?

Onestamente non conosciamo a fondo questo mondo. Sicuramente è un business che ha subito una rivoluzione incredibile negli ultimi 5 anni…e chissà quante ne inventeranno ancora. E’ vero che un artista moderno deve saper confrontarsi con questo aspetto, ma a noi la cosa che preme di più approfondire è il lato creativo della musica. Ognuno deve fare il lavoro che sa fare meglio.

Credete che le nuove tecnologie aiutino il rapporto tra musicisti e pubblico o che abbiano distanziato gli uni dagli altri?

Io credo che aiutino molto e siano fondamentali sia nel rapporto tra musicisti ma sopratutto con il pubblico, non vedo proprio come possa essere il contrario.