Parlateci del vostro ultimo lavoro. Cosa vi ha ispirato nella composizione?

Sicuramente la quotidianità, le cose semplici, quelle storie che viviamo tutti giorni e che in qualche modo sentivano l’esigenza di essere messe su carta per poi diventare canzoni. Volevamo raccontarci e nel farlo abbiamo rappresentato anche coloro che ci seguono. Rappresentiamo la vita di tutti giorni e questa cosa ci scarica da tutti i problemi esistenziali che dobbiamo affrontare, una sorta di sfogo malinconico che ci fa stare bene…

Quali sono le vostre principali influenze?

Ascoltiamo molta musica italiana in particolare il nostro cantautorato, da Venditti, a De Gregori, Luca Carboni, 883, Bersani, Lucio Dalla, Vasco ma anche i nuovi come Brunori, Calcutta, che in qualche modo rappresentano questa nuova scena musicale che sta prendendo forma e ha una sua identità precisa…

Come nascono i vostri brani?

Le nostre canzoni nascono da sole…. Citazione a parte effettivamente ci rappresenta molto questa frase di Vasco e vi assicuriamo che le canzoni dei Legno nascono già con le parole, senza pensarci troppo, ci diciamo, scriviamo un pezzo e viene fuori… Ci piace molto che le nostre canzoni non siano troppo pensate ma abbiano quel fascino della prima volta, perché ci sentiamo più verità…

In un mondo sempre più incentrato sul web, cosa conta di più tra una pagina Facebook con tanti like o un buon disco?

Pensiamo che il mondo social in questo momento abbia preso il posto delle vecchie trasmissioni di una volta e parliamo di Radio e TV, è molto importante avere un buon disco ma è altrettanto importante sapersi muovere nei social network perché la ci stanno milioni di persone pronte a seguirti e a conoscerti.. noi un anno fa non esistevamo adesso se abbiamo raccolto qualcosa lo dobbiamo sia alle canzoni ma anche al buon lavoro che abbiamo fatto nei social..

Vi riconoscete nella definizione di artisti indie?

E’ un termine un pò inflazionato e non sempre usato dando allo stesso il giusto significato. Questo movimento definito indie però c’è ed è reale, la musica indipendente è una definizione che include una vasta selezione di artisti emergenti il cui lavoro è autoprodotto o supportato da etichette discografiche minori e non dalle cosiddette major. Se ci attestiamo a quanto scritto dalla definizione che si può trovare su qualsiasi dizionario sulla definizione artista Indie beh si lo siamo 🙂 🙁

Cosa ne pensate dell’attuale music business?

Sono cambiati i tempi e sono cambiati i modi di fare business un pò in tutti i settori lavorativi, nella musica soprattutto adesso contano molto gli streaming e gli ascolti su Spotify, per gli addetti ai lavori più sei seguito e più hai possibilità di lavorare con le serate, ormai i dischi non si vendono più e ci basiamo molto sugli ascolti, è un processo che nel bene e nel male è realtà e va accettato per com’è…

Credete che le nuove tecnologie aiutino il rapporto tra musicisti e pubblico o che abbiano distanziato gli uni dagli altri?

Le nuove tecnologie in generale hanno sicuramente allontanato le persone e modificato i rapporti interpersonali, l’uso eccessivo dello smart phone ha negativamente influenzato il nostro modo di vivere e a parer nostro anche il modo di vivere i concerti. La musica rimane tale ha sempre la sua funzione ma le persone sono cambiate nei rapporti umani e nel mondo reale e non virtuale questa cosa si percepisce.. si ha sempre più sicurezza dietro una tastiera o uno schermo e questa è una nota dolente di tutto questo cambiamento tecnologico.

Qual è a vostro giudizio il confine tra indie e mainstream?

Non c’è confine se l’una  dipendente dall’altro, si parla del nuovo pop italiano che sta nascendo e i successi che sentiamo alla radio tutti i giorni ne sono la prova…

Cosa pensate del Crowdfunding? Lo ritenete un mezzo veramente utile per i musicisti?

Sicuramente è un sistema che può portare molti vantaggi e se fatto nel giusto modo può aiutare molto nell’autofinanziare un progetto, un idea o qualsiasi cosa si voglia fare. Il Crowdfunding è un processo collaborativo che nasce per sostenere gli sforzi di persone e organizzazioni, nell’arte per esempio Marina Abramovic aveva lanciato una campagna per costruire a New York un istituto dedicato alle arti performative che, però, non ha mai visto luce. Quando questo sistema entra in contatto col mondo musicale, con realtà piccole che hanno bisogno dell’appoggio finanziario necessario per fare un album si possono fare veramente cose molte importanti. Quindi si può essere un mezzo veramente utile.