Parlaci del tuo ultimo lavoro. Cosa ti ha ispirato nella composizione?

“Tutto&Niente” è il titolo dell’album e anche la risposta più sintetica che posso darvi. Compongo e scrivo da ormai 15 anni, ma solo di recente ho deciso di seguire il consiglio delle persone alle quali in questi anni ho fatto ascoltare le mie canzoni. Mi dicevano “provaci!”. Ora ci sto provando

Quali sono le tue principali influenze?

Musica italiana. Quella che da bambino ascoltavo in macchina con i miei genitori (Battisti, Pooh, Venditti, Masini) e quella che ho scoperto da solo negli anni comprando i cd (De Gregori, Silvestri, Gazzè, Jovanotti).

Come nascono i tuoi brani?

Prevalentemente parto dal testo, da un’idea, uno spunto di vita quotidiana. Raramente applico quello che con alcuni colleghi chiamiamo “metodo CET”, ovvero prima la musica e poi il testo (come facevano, direi bene, Battisti e Mogol)

In un mondo sempre più incentrato sul web, cosa conta di più tra una pagina Facebook con tanti like o un buon disco?

La base di partenza è un buon disco, è il motore. Poi per farlo camminare serve la benzina, quindi in questo caso tutto l’aspetto “confezione social”.

Un aspetto positivo ed uno negativo del fare musica?

Fare musica ti da infinite possibilità. Ti fa stare bene. Credo sia uno dei pochi modi sicuri per risolvere in un colpo solo tutto quello che non va. L’aspetto negativo è che se vuoi farla a un certo livello devi spendere un sacco di soldi (a meno che tu non abbia un’etichetta discografica che ti produce)

Credi che un artista debba schierarsi politicamente?/Approvi la politica nella musica?

E’ una scelta che credo debba partire da un’esigenza. Se c’è è giusto seguirla, altrimenti non va per forza trovata.

Cosa ne pensi dell’attuale music business?

Esistono regole non scritte dettate dalla società. Parlo di velocità, semplicità, “effetto wow”. La comunicazione che arriva ha molti aspetti che la caratterizzano, il business si allinea di conseguenza.

Credi che le nuove tecnologie aiutino il rapporto tra musicisti e pubblico o che abbiano distanziato gli uni dagli altri?

Non vedo un meccanismo “obbligante”, le possibilità esistono. Sia di andare ad un concerto sia di sfruttare le tecnologie. Sta a noi “utenti” scegliere.

Qual è a tuo giudizio il confine tra indie e mainstream?

E’ un po’ come voler segnare il confine tra Mar Adriatico e Mar Ionio. Si può fare, ma le acque comunque si mischiano. Tanto vale farsi una nuotata dove l’acqua è più pulita

Cosa pensi del Crowdfunding? Lo ritieni un mezzo veramente utile per i musicisti?

Personalmente non ho mai avuto il “coraggio” di espormi a questa possibilità. Può essere un mezzo utile, purché vi si ricorra solamente se sicuri della propria proposta artistica. Vi aspetto il 30 Aprile all’Asino che Vola di Roma per farvi ascoltare live le mie canzoni.

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