Parlaci del tuo ultimo lavoro. Cosa ti ha ispirato nella composizione?

Poesia e cCiviltà è un disco in cui cambiano tante cose. Per me ciò che cambia di più è il linguaggio. Finora ho cercato di mischiare i piani del discorso. Parlare di cose piccole e grandi facendole collidere. Qui ho cercato di selezionare argomenti più importanti. Nel farlo ho trovato naturale sviluppare un linguaggio nuovo.

Cosa puoi dirci del passaggio da Woodworm a Universal?

Ha rappresentato più possibilità per il mio lavoro. Le risorse di una major sono maggiori rispetto ad un’etichetta indipendente. Il passaggio è avvenuto in modo naturale. E’ arrivata un’offerta e ho trovato giusto accettarla. Mi sto trovando molto bene e spero si percepisca che ho potuto fare un disco in totale libertà. Per me l’esperienza è solo positiva. Sono stati tutti disponibili e ho trovato persone curiose e aperte alle mie esigenze.

Hai lavorato anche alla colonna sonora di un film e spettacoli teatrali. Cosa puoi dirci in merito?

Sono cose organiche che fanno parte dello stesso percorso. Sono grato delle occasioni che mi sono capitate ma mi sembra che in un percorso ideale di un artista ci possano essere momenti di dialogo con altre forme d’arte.

In un mondo sempre più incentrato sul web, cosa conta di più tra una pagina Facebook con tanti like o un buon disco?

Dipende dal prodotto. Credo che se il prodotto è solido non ci sono questi rischi.

Credi che un artista debba schierarsi politicamente?/Approvi la politica nella musica?

Scrivo in modo naturale e mi viene naturale parlare di certi argomenti. Trovo ci sia ancora modo di fare politica nella musica. Se ci sono cose che ti stanno a cuore metterle in musica è logico.

Cosa possiamo aspettarci dai live?

Saranno diversi rispetto a quanto fatto in passato e saremo in 6 sul palco. E’ una novità per me che ho lavorato spesso da solo e ne sono felice.

Come vivi il rapporto con i social?

Lo vivo come una parte del mio lavoro. Tutto ciò che riguarda l’immediatezza di un feedback mi fa felice. Postare ogni giorno e raccontare ogni giorno quello che succede non è una cosa che mi viene spontanea.

Ti riconosci nella definizione di cantante indie?

Ho molte remore su questo termine. L’indipendenza per è una questione mentale e credo si possa realizzare in una major come in un contesto diverso. L’Indie credo sia diventato un genere al quale però non sento di appartenere e che non riuscirei a classificare. La stampa mi pare abbia classificato così alcuni generi alternativi mentre la prima volta che è stato usata il nome si riferiva ad un aspetto dell’industria. L’indipendenza artistica è la sola cosa che mi interessa.

Sito ufficiale: www.giovannitruppi.com