Mario Grande è un cantautore romano che torna sulle scene con #capitolosecondo, album edito da MBC musica e distribuito da Pirames International, in cui si tratta il tema del tempo, filo conduttore delle 10 tracce che compongono il disco.

In un mondo sempre più incentrato sul web, cosa conta di più tra una pagina Facebook con tanti like o un buon disco?
Il web è diventato e sarà sempre più un elemento determinante per il successo di un artista. Da qualunque parte arrivi il consenso è un elemento di gratificazione incommensurabile, è energia che stimola a migliorare e continuare. Personalmente però credo che un “vero” artista abbia nella sua indole un’esigenza vitale nel manifestare, dare alla luce una sua creatura.

Un aspetto positivo ed uno negativo del fare musica?
Per un musicista la musica è un doping naturale al quale è impossibile rinunciare e non riesco proprio a trovare nessun aspetto negativo in questo.

Credi che un artista debba schierarsi politicamente?/Approvi la politica nella musica?
Penso che chiunque abbia il dovere di schierarsi politicamente soprattutto quando si devono difendere i diritti umani e di libertà dell’individuo. La musica è un potentissimo veicolo di emozioni e può veicolare anche grandi valori e sentimenti. Personalmente, nei miei testi, ho parlato di guerra, di stampa asservita al potere, di grandi religioni che dividono e in questo ultimo album di emigrazione e differenze sociali (Contrasto matematico), di politica oppressiva (Il nemico). Il mio argomento preferito però resta sempre l’Amore… è il pensiero politico più potente che c’è.

Cosa ne pensi dell’attuale music business?
Penso che con l’avvento e il successo dello streaming si è persa ogni speranza di guadagno. Le uniche risorse sono live e sponsorizzazioni. Resta il fatto che oggi, come ieri, se si vuole vivere di musica bisogna essere originali, preparati, interessanti, carismatici e si deve avere la fortuna di avere un seguito. La cosa positiva è che i mezzi tecnologici che ora abbiamo a disposizione hanno reso tutto più fruibile e democratico.

Credi che le nuove tecnologie aiutino il rapporto tra musicisti e pubblico o credi abbiano distanziato gli uni dagli altri?
Credo che se utilizzate bene abbiano avvicinato pubblico e artisti, l’importante è avere qualcosa di interessante da proporre e soprattutto essere sinceri.

Qual è a tuo giudizio il confine tra indie e mainstream?
Il confine è sempre più labile, l’indie è diventato negli ultimi anni un bacino importante anche per i network e questo è sicuramente merito del web.

Cosa pensi del Crowdfunding? Lo ritieni un mezzo veramente utile per i musicisti?
Oggi pochi hanno il coraggio di investire sulla musica e quindi se si ha la fortuna di trovare dei sostenitori può essere una possibilità… la cosa fondamentale è credere davvero in sé stessi e in quello che si fa…

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